lunedì 30 aprile 2018

la prima volta della maschera

Quando fu la prima volta
che la maschera disse qualcosa?
                    indossata da un fiore forte
          come il laccio dell'inferno
per-suonava attraverso
lacerando gli spazi
ma nessuno ascoltava

quella fu la prima volta
che la maschera recitò l'attore:
                   Il viso affondato nel fango
la maschera dietro la testa
la bocca cerca ancora la sua nascita

poi se l'appese al collo che sapeva una morte
a memoria
se l'appese come una catena,
sempre in fuga col tempo
se l'appese tra il collo e la bocca
la maschera appese tra nascita e morte
Per non arretrare nemmeno in frantumi

Non cambia la maschera
cambia il viso
il ruolo cambia
Persona





 




















venerdì 27 aprile 2018

a volte*



"Nel mio sguardo ho perduto tutto
E' così distante il chiedere. Così vicino il sapere che non c'è nulla"
A. Pizarnik, Poesia completa, "Voce mendica"





A volte
durante il giorno
ho paura che nessun giorno
ci sia
lo sguardo non ha 
un posto
Non c’è un posto per
lo sguardo

È allora che riprendo a contare

Ursprung*


Non ho mai saputo dare nome alle cose
di ogni identità ho imparato
a fare a meno

Maschere nomi immagini corpi
ho lasciato divorarsi l’un l’altro

e il telefono che non suona
dentro la mano

Nel punto in cui dritto e rovescio si con-fondevano
-girandola che sprizza e mi resiste
non ho mai saputo pensare
un al di là e un al di qua
e impugnare gli estremi
per riunire o separare

eppure ho conosciuto albe e tramonti
e il nulla che mi rida’ una piccola porzione
del dormire

Ho da indossare il mondo.
Il balzo originario
ancora attende



giovedì 26 aprile 2018

Questa casa, Sehnsuct

E questa casa
piena di cose non fatte
di cibi colorati e non digeriti
di polvere sollevata
di parole pagliacce
di un'inquietudine di gesti
assemblati nel vuoto
di carezze che avevano fatto cilecca
di una masnada di baci 
che per speranza avevano il vento
non era un'allegoria
che ti inondava
che mi inondava,
che mi bruciava

Solo all’abisso 
ho da chieder qualcosa


altra versione

SEHNSUCT
Inquietudine di gesti
assemblati nel vuoto
e questa casa

piena di cose non fatte
di cibi non digeriti
di lacrime non accadute e ormai secche
di parole pagliacce
di carezze in cammino verso
un altro destino
di baci ululanti desiderio e nostalgia
non era un'allegoria:
passeggia frenetica sul
lungomare di una psicotica fretta
e accade che ancora mi cerchi
l'indirizzo
su una scheggia di carta o
una pagina di vetro
mi ha abitato
come un'omissione

lunedì 23 aprile 2018

scale


Che ci sto a fare ancora
sulla scala del mio cuore
lì dove nessuno sale, dove nessuno scende,
dove gradini hanno l'uscita degli sguardi
e i passi hanno il ritmo dei battiti
in una lingua poliglotta?
Una volta un battito mi è durato
quanto tutta la giovinezza,
e io che pensavo di aver camminato 
tanto
mi sono accorta di non aver compiuto 
forse nemmeno un passo
Allora ho bevuto dell’acqua
su e giù per la scala
con la furia della pioggia in tempesta 
per non avvertire
la mia sete in frantumi 
I passi hanno
ripreso a battere nella loro lingua
salendo e scendendo tra gli sguardi 

Pochi sanno che il cuore 
è una scala che vede















martedì 17 aprile 2018

LA FORESTA*

LA FORESTA

Immensa è quest'ombra
          -È l'ombra della tua foresta, dici

Immensa è l'ombra della mia foresta
          -Tu la tieni tutta nel guanto, dici

No, non è vero, c'è qualcosa
che non riesco a far entrare, un resto
Sfugge

-Lascialo lascialo fuori, dici
è essenziale quel resto

lunedì 16 aprile 2018

Il coccodrillo

IL COCCODRILLO


È solo un coccodrillo imbalsamato


no: sono due coccodrilli imbalsamati

anche la pelle è imbalsamata

e la lacrima

e i denti


e che c'è di male?

nel fiume camminano lo stesso

tra alghe svogliate

vedi come muovono la coda

la coda imbalsamata


come 

come quando

come quando tu ridi 

come quanto tu ridi e vorresti piangere e 

                                               potresti piangere


no, non aprire la bocca:


ti avevo mai detto

che hai una risata 

imbalsamata?


domenica 15 aprile 2018

avevamo scommesso il mondo*

AVEVAMO SCOMMESSO IL MONDO


Me l'avevi promesso cento e cento volte,
ma non serviva:
avevamo già scommesso
quel che non avevamo
Come tanti
su di noi avevamo scommesso
il mondo

Avevamo ancora  piedi
attaccati alle gambe e
mani a chiudere le braccia
camminavamo tirandoci
dietro pupazzi e sogni di vetro
riposavamo all’ ombra di bolle d'aria
Ed era bello il tempo con noi

Un minuto raffreddato poi
ci ha contagiato per affetto
Morte sarà solo un 
non stare più a casa?

venerdì 13 aprile 2018

altro amore*

ALTRO AMORE

Su su per le mie gambe
saliva il filo del suo desiderio
anche l'ultima volta che mi vide


Abbiamo lasciato
ciò che era come
non fosse
perché il quadro
non aveva tela,
i suoi occhi poggiati lì
a bucarne l’assenza
erano grandi e senza alcun odore
Quando tenerezza è lievito di morte
sul nascere si recide il fiore 

Tra i regali agli sposi
ce n'era uno
che non ho aperto mai
e tu continui
a chiedermi perché

mercoledì 11 aprile 2018

Il chiodo*

È morte quando non succede
più nulla e sai
che nulla più accadrà
Ogni tanto tu dai un colpo d'acceleratore
al nostro stare fermi
Un chiodo per la mia ombra che non si ritrova
nemmeno sotto lapidi scoperchiate 
ed è più morte

Il chiodo 
ha per martello la tua Weltanschauung

Un capolavoro di Kandinsky torna sul mercato (stima 25-35 milioni di  dollari) dopo cento anni - FIRSTonline

lunedì 9 aprile 2018

scambio

SCAMBIO

A chi chiederò 
del senso e del non senso?
ho prestato al mio corpo 
la tua sete e 
la tua fame

domenica 8 aprile 2018

dolore di casa*

 DOLORE DI CASA 

Inquietudine di gesti
       assemblati nel vuoto 
                 e questa casa

piena di cose non fatte
      di cibi non digeriti
di lacrime non accadute e ormai secche
            di parole pagliacce
di carezze in cammino verso 
        un altro destino 
 di baci ululanti desiderio e nostalgia
          non era un'allegoria:
   passeggia frenetica sul
lungomare di una psicotica fretta
e accade che ancora mi cerchi

l'indirizzo 
           su una scheggia di carta o 
       una pagina di vetro
mi ha abitato 
         come un'omissione

sabato 7 aprile 2018

al pianoforte*

Secolo dopo secolo, breve
e ancora breve -comunque
un tasto dopo l'altro del piano
allungo la gamba
sollevo una calza trasparente tra le dita
e non sciolgo il mistero schermato
nelle parole che l'acqua
della mia pelle
asseta
Un tasto dopo l'altro
tra calza e pelle
secolo dopo secolo in
quell'attimo
fece capolino una verità
tremante: io e te -comunque
sul crinale tra troppo e troppo poco

Non so chiedere
non ho mai saputo chiedere

venerdì 6 aprile 2018

il negozio dei significanti

Tra il vocio di molte chiacchiere
piene d'afa che ristagnano
in piazza
-filosofia spicciola
spengo il cellulare
e prendo posto 
dietro l'ultima parola
quando il negozio dei significanti
ormai sta per chiudere.

Anche il silenzio può essere
un'esperienza professionale
e penso al mio 
che veglia aspettando
il tuo desiderio










giovedì 5 aprile 2018

come



COME 

Come i bambini
metto in bocca le cose
per conoscere
Come incessante domanda
stringo tra i denti il morso
per farmi guidare
Come i ladri e i rifugiati
quando suona il postino
cerco un' aria di chiesa per nascondere la testa
Come anima non ho un ieri
e ho bisogno di un corpo di carne stanco 
di essere buono
Come una che sviene
non sapevo più contare le mie dita
Come un presagio
su cui alta è cresciuta l'erba
il mio urlo risucchia anche i vetri
Come trovatore di suppliche
ho catturato l'infelicità
di ciò che muore
Avrò i piedi sporchi
l'ultima sera

martedì 3 aprile 2018

Ho attraversato il ponte

Tenendomi per mano
ho attraversato il ponte
prima che crollasse
Strano ritrovo la sagoma
là sulla sponda ebbra 
di specchi 
sfilacciati
Solo una pulce avida di polvere vede 
il mio nome imbrunire sulla
sponda opposta
Il crollo fu di notte quando la sagoma
iniziò a dibattersi 


Qual è il nome che inventerà 
per me il sole?

lunedì 2 aprile 2018

scatole vuote



Con scatole vuote in mano
andava bisbigliando al baratro
sicura che
si sarebbe spostato

non chiedere come sta

aveva indosso
un punto qualunque
del mondo