lunedì 26 dicembre 2016

la sedia

Già da tante ore

le mie gambe non erano state

sotto un tavolo.

La sedia era là 

invitante

a poca distanza da me, 

e se ne preoccupava.


Osservava guardinga, sospettosa,

mi aveva adocchiata:

questione di odore,

il mio desiderio assoluto di lei.

Le sedie esperte sanno chi 

devono temere:

hanno tutta

una loro scienza, direi.


E non era nemmeno nuova

o comoda,

come chi ha passato in rassegna

tante stanchezze.

Quando qualcuno la spostava,

cigolava rassegnata.


Ora aveva una meschina paura 

di incontrarmi,

ogni parte del mio corpo

le diceva: 

"tu sola esisti per me".

Sapeva che 

mi ci sarei addormentata 

come un masso

e per evitarmi si offriva invitante

a tutti i passanti


Avrebbe preferito una 

decina di bambini

indiavolati all' imperioso bisogno che 

ne avevo.


Ci guardammo in cagnesco:

chi di noi due?

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