martedì 16 agosto 2016

CIELO

 CIELO

Non siamo ancora
nei pressi del cielo.
I piedi graffiati
da spine di nuvole
sanguinano
distanze infinite.
Disegnano cerchi
nel mucchio di braccia
di gambe, di bocche protese,
che urla il mio nome.
Continuo il percorso
a sghimbescio.
Si muove
un occhio di azzurro
profondo
e guardi il mio sguardo
che sfugge il tuo sguardo,
che sfugge ogni sguardo.
Ti trascino per mano
senza voltarmi.
Addito soltanto e vedi
lì in fondo
la mia tormentata sete di cielo.

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