venerdì 29 aprile 2016

LA TUA FATICA

LA TUA FATICA


All'alba ho incontrato
la tua fatica, 
sulla panchina del parco
sotto il lampione
ormai quasi spento.

Era lì ad aspettarti
sfinita dal sonno:
"l'ha tenuta tutta la notte
nuda tra le braccia
non le ha dato tregua.

Su e giù, su e giù,
non so più quante volte!
E lei, lei lì a gemere di piacere.
Ormai sarà senza voce.
Adesso come faremo
ad affrontare la giornata?"

Ho guardato negli occhi
la tua fatica:
non mi aveva riconosciuta
e aveva un guizzo compiaciuto
e sorridente.

Non era la tua solita
fatica di vivere.

Compiaciuta fui anch'io!







giovedì 28 aprile 2016

GELOSIA

GELOSIA

Si trattò di un amore immenso
non generò solo ortiche
anche se punse.
Attorno a me il tuo sguardo,
mi avvolgeva.
Come lo suardo spento
di un cieco dai cento occhi,
verso me ondeggiava
e vedeva oltre la figura.
Quella volta la Gioconda di noi sorrise,
enigmatica e accorta.
Tra le mani nascondeva il biglietto
profumato che aveva indirizzato a te.

Ecco il misterioso profumo
di quel quadro!

IL CAVALIERE ERRANTE (dedicata)

Cercami
oltre la vaga linea
di quell'orizzonte plumbeo,
di fine estate,
allegro di pioggia
e impaziente di tuoni e di burrasche.
Trasportami
oltre il dicibile, nel tuo indicibile:
c'è un momento immobile
nello spazio
dove la tua febbre
di scoprire.
acchiappa la mia voglia
di sapere.
Rivestimi
con la polvere
della tua strada giornaliera,
quella che imbratta le tue scarpe
e segna la fatica del tuo esistere
Schiantati
per me contro le tue impotenze
e i tuoi dinieghi appesi
a quel chiodo nel cielo
infiggilo nel mio corpo
dove tu sai l'amore!
Avvolgimi
di sole e di piacere
avvolgimi di te,
e licenzioso cavaliere errante
ecco, ti prego,
amami oltre il nulla,
amami oltre me,

D' UNA CAREZZA

D'UNA CAREZZA

Passo da un giorno all'altro
della mia vita
a volte saltando
come un grillo nel prato,
a volte volando
come un'ora felice e spensierata.
Non di rado incespico
sui sassi lungo il sentiero,
quelli che non si vedono,
che tendono tranelli
e a volte cado.
Di solito cammino sui miei giorni
pensierosa e errante.
Apro e chiudo cassetti
per svuotarli
o riempirli: di me, di te,
di quella tua carezza
sotto il seno,
di quel tuo bacio caldo
tra le pieghe del collo,
delle nostre risate innamorate.
E poi, chissà!
Talvolta procedo assorta e ... prego,
prego il mio Dio:
un Dio qualunque, che però è mio.
Entro dentro me stessa
e non mi fermo.
E sempre, sempre, sempre
restando, vado oltre.

mercoledì 27 aprile 2016

nascita di un poeta

Perché  un poeta nasca
ci vuole ispirazione?
No!
Ciò che occorre
è la vita
e ... un' illusione

La difesa

Io sempre sono offesa
dal soffiar di un vento
nemico come è il tempo
Ma tu mi difendesti.
Per un momento mi desti giovinezza
e amore
e calore
E poi?
Poi svanisti nel nulla!
Sì, poi di te più nulla.
Quella difesa
la porto
a un paradossale
compimento
ora
nel mio disfacimento,
con un sorriso strano
sulla sorte
che, violenta e assurda,
per tutti grida:
a morteee!

martedì 26 aprile 2016

PER ALTRO VERSO




PER ALTRO VERSO

Taci, taci non sono ancora pronta!
Sento che mi attendi,
che un dolce agguato
già mi tendi.
Irrequieta assenza sei,
ancora senza voce
in bilico tra l'anima e le labbra,
pregna di quella mia fatica
non espressa ma
già vissuta in un dove misterioso:
di rabbia, di paura,
di memorie,
oppur d' amore,
Sollievo e insieme
incatenante urgenza,
il tuo giogo sul collo.
Ebbra io bevo ognora
al tuo silenzio:
non so cosa sarà di me
e mi cerco là dove
tu taci e nascon le parole.
Versi liberi e ignoti
adesso mi attraversano,
folgorano la fantasia,
scrivono te...altra poesia!






lunedì 25 aprile 2016

COME SPECCHIO DI VENTO







COME SPECCHIO DI VENTO

Spettrale, la mia immagine,
non mi somiglia e trasparendo
vaga per boschi e per montagne.
Come specchio di vento,
nell'aria non si posa,
oltre me si trascina
e non riposa.
E cerco, cerco me stessa,
graffio le mie ombre,
e si spezzan le unghie,
ma l'ombra non si ritrae
e il cuore langue
Dietro deve pur esserci qualcosa: un me,
ch'io mi rinfranchi!
Foss' anche un me qualunque,
un' inquietudine,
un ricordo, un sorriso,
un tu, ...un viso.
Un bacio forse
tenero e amante,
quel bacio in cui
ho dilapidato
la mia vita implorante.
Ma tra le unghie
non mi resta nulla.
Stringo le nocche,
a pugno e lo
specchio di vento
va in frantumi



domenica 24 aprile 2016

QUEL VERSO

Sento il bisogno
di quel verso.
Un angelo del Signore
scende dal cielo ad ali aperte,
attraversa le stelle
in un calice mi porta
le sue essenze più belle
Dio è poesia
nel suo splendore,
melodia di Parola,
suono, colore,
Quel verso mi circonda,
mi inonda
d'amore





venerdì 22 aprile 2016

ESAME DI COSCIENZA

ESAME DI COSCIENZA

Sul dorso di un mulo
attraverso assorto l'anima mia
-Gerusalemme- la diletta.
Fissità di ferrose palme
il mio passato,
quale Dio
si è fermato?
Stretti, petrosi i sentieri,
incespica il mio mulo
su sassi invisibilmente
acuminati
Un ragliare violento è il suo saluto
quasi un grido di aiuto
e cade,
poi si rialza, cade ancora,
una fune gli hanno teso
tra le zampe;
uno sgambetto amaro,
mia è la sua fatica.
E perde un ferro,
aumenta l'affanno.
Il calunniatore si affaccia all'angolo,
strabico, senza denti, rosso violetto
roteano le sue pupille
atrocemente affisse:
è a me che guarda
un ghigno è la sua risata
di un livore assatanato
Grido come un forsennato:
"Dio mio, Dio mio
perché mi hai abbandonato"?

IL FORMICAIO


Lassù la tavola apparecchiata
del mio destino, sospesa
nell'azzurro
dei grandi occhi del cielo
brulica
di formichine
impazzite
in attesa del sole.
Raccolgono trepide
e accurate tutta la mia
oggi-storia
in una mollichina.
Poi, velocissime in fila,
la trascinano via
dietro il bicchiere
ed io più non la vedo.
La nascondono, credo,
in fondo in fondo
nel formicaio dell' anima,
lì dove ignota è ancora a me
la strada e impreparato
il destino
Ed io tremando vago,
in cerca della mia
oggi-storia,
seguendo il vento
che mi conduce all'anima



giovedì 21 aprile 2016

Rintocco notturno

RINTOCCO NOTTURNO

Nacque fuori,
lontano,
nel buio nudo
e sterminato
e rianimò fremiti
ipnotizzati
all'imbalsamata quiete d'ombre
e di paure.
Rivolte accorate di speranza
sommessamente
vi cercarono il giorno.
Poi fu subito un' eco
rincorsa nel silenzio,
finché tutto ricadde
ed avvinse di sé gli infiniti sussulti,
il nereggiare enorme
lontano
del cielo
e la terra si sciolse e fu
nell'universo

Mura


MURA

Come insensibile
grava in noi
l'inerzia delle cose
Guarda:
la sera intorno
è immensa come una tomba,
nulla in quel torpore granitico,
nulla in noi.
Il tempo non scorre più,
la vita s'è coagulata
in questa pace vuota
che schiaccia.
O pareti infinite,
siamo pietre anche noi?

LIbero è il verso che ad essi fa il verso

"Mai",
"sempre"
ed io in mezzo:
stupida, intontita.
Ho lavorato una vita,
figlio
per scrollarmeli di dosso
il sempre e il mai.
Mi sono battuta perché
non avessero senso,
finché non mi hanno
imprigionato
con le loro catene.
Ora sono stanca,
ti lascio in dono
libera, la mia poesia:
il libero verso

SU UNA RUPE DEL CIELO



SU UNA RUPE DEL CIELO

Giacqui con te
su una rupe del cielo,
tra le nubi.
Il tuo corpo
non poteva bastarmi,
era troppo poco il tuo corpo per me.
Di più, di più, di più:
volevo l'anima,
Con rabbia, con violenza
volevo strapparti l'anima.
Farmene una sciarpa da
indossare sul ventre.
Volevo la tua anima sul ventre.
E poi...E poi volevo,
si volevo il tuo spirito,
lo volevo là con te,
dove tu guardavi: sul mio sesso,
A saziar la fame
e a far risentir la sete.
Quanto mi desti di te!
E giacemmo quella notte
sulla rupe del cielo,
tra le nubi,
la tua anima assciarpata
sul mio ventre
E nessun altro mai così!

L' IMMORTALITA': AP 1, 12-18

L'IMMORTALITA'

C' è qualcuno
nell' immortalità?
C'è qualcuno?
Toc, toc, toc!
Un immortale avanza,
ha veste d'uomo e piange:
perle divengono le sue lacrime
mentre mi guarda,
me le mette
nella tasca della giacca:
"serviranno per il tuo dolore -
dice- inghiottile",
poi scompare dietro la porta
ma lascia uno spiraglio aperto.
Forse va ancora in cerca
di compagnia.

SALMO 26

SALMO 26

Siamo già nati
In un tempo che mai ci appartenne,
le cui fila non tiro
e che ho perso.
Nel guscio di una mandorla amara
quando la schiacciammo
la nostra nascita
apparve.
E non aveva volto.
Giaceva lì nascosta,
vecchia, rugosa e stanca.

Prima era gioia.
bianchi petali il mandorlo,
smeraldi sottili le foglie,
promessa era tutto,
e anche noi: non eravamo nati!
Coglievamo i sorrisi sulle labbra dei fiori.


Che ne fu di quel Dio
che piangendo le sorti degli uomini,
pregava la nostra preghiera?
Scomparve inghiottito:
ma dove?
Lasciò il suo dolore, il silenzio
e nascemmo:
"Il tuo volto Signore
io cerco. Non nascondermi
il tuo volto".

IL SEGRETO

IL SEGRETO

Ascolta, ascolta
le parole non dette.
Porgesti timido l' orecchio,
al loro suono: dentro
trasalisti.
Divorai la strada
dei tuoi pensieri
Man mano li accartocciavo
e dentro vi mettevo
il lampo dei tuoi occhi,
il fremere delle tue labbra
tra i miei denti.
Assalto diedi
al castello dei tuoi divieti,
feci abbassare
quel ponte levatoio:
si introdusse lieve un sussurro.
Lo portava, sonora l' onda
di una voce silenziosa
E anch' io ero onda,
ed ero muta,
ascoltasti anche me.
Dimmi quel che ti dissi,
le sillabe di allora conta.
Mettile in fila
sul vassoio del vento
che sognasti allora.
Prendile ad una ad una,
risuonano ora distinte
nel silenzio della tua mano
che adesso il mio nome canta.



l'angoscia

L'ANGOSCIA

Io prima chiedevo di capire.
Poi giunse
silente,
ghiacciata,
immensa,
la notte.
Le tue mani si muovevano
nel buio
a raccogliere l'aria,
a farne un mazzo
volante,
legandolo tra i miei capelli,
per fermare il tempo
dell'angoscia,
E l' angoscia rimase
là tra i miei capelli,
sospesa
incombente
minacciosa.
Il suo respiro affannato
mi alitava sul volto.
Io non chiesi più
di capire


martedì 19 aprile 2016

ANCORA


ANCORA


Scrivo
dentro i sospiri
della mia voce
una parola
a te.
Una parola nuova
ancora
non pronunciata,
e già cancellata
dal tuo silenzio
Pensieri incendiari
mi avvolgono l'anima
e
incendio annegato
è il pensiero
di te,
pensiero negato
e tu disteso
nella tua distanza
scavalchi
d'un balzo
la cancellata
di nubi che ho eretto
per conservarti a me:
io per te solo
non-ricordo,
tu per me...
quella parola: ancora

GIOVINEZZA

T’Incontrai giovinezza,
così, quasi per caso.
sottile, effervescente,
maliziosa, accattivante.
Mi passasti accanto,
mi sfiorasti.
Stavi sul davanzale 
di una nuvola bianca,
selvaggia di speranza.
Impudica ti offrivi
ad ogni sguardo
effimera
sorridente,
incoscientemente innocente.
Mi donasti la tua veste.
Lui mi colse
mentre la indossavo,
nel suo sguardo
m’avvinse,
fece esplodere il tempo
dentro il suo cerchio magico,
mi strinse
ed in me, baciò te
tenero, struggente.
Sciolse la veste,
mi ricoprì di sè.

lacrime

... e furono le mie lacrime.
Me le avevi
chieste
per lavare il tuo dolore,
quasi fosse
una macchia.
E io piansi, piansi...
Piansi tutte le tue lacrime
fino a non averne
più.
Allora tu le raccogliesti
nel calice
del tuo dolore
e le riversasti
dentro i tuoi sospiri.
E i tuoi sospiri
divennero  liquidi.
Bagnarono il tuo dolore
e finalmente
....furono le tue lacrime

L' ALBATRO

Libero,
spezzava il vento
giocando immenso
nel culmine del giorno,
raggiante d'altezza,
assorto nella luce.
Quasi sovrumana creatura
tutto in quel suo candore
s'affisse il sereno
e ne rifulse
e l'universo
parve straboccare
in un punto.
Allora spararono...
Rimase un istante
inchiodato:
un buffo brivido d'ebbrezza
nelle cose
contro il cielo
vuoto
come una smorfia
di vita
in un cadavere

sabato 16 aprile 2016

A UNA FANCIULLA MORTA



PER UNA FANCIULLA MORTA

Cinque stelle affondate
nella notte
come spilli roventi,
oscurità trasognate...
L'hai udito anche tu,
quella sera,
scenderti dentro l'anima
l'immenso respiro?
E grata al silenzio enorme
degli astri,
hai sentito
d'essere viva!
C'erano accesi i lampioni,
-ricordi?-,
laggiù per le scale.
C'erano tante persone
e c'era,
appoggiata al gelo
di questa balaustra,
ebbra di suoni
la tua vita
Sopra, inconosciuta, sommessa,
la luna.
Affoga nell'ombra
il fruscio delle foglie bagnate
Ora tu non esisti.
Fantasma sei solamente
di una mia notte di stelle
Scende immutato l'incanto
struggente
di questo silenzio lunare
Ora di te nulla sente
e sento quest'attimo eterno
e l'anima mia senza fine
Trema una goccia
sul ramo
precipita sorda nel buio.
Dormi,
non c'è nella sera
che questa goccia di pioggia
tremula di luce
all'emozione del vento

venerdì 15 aprile 2016

UOMINI E PAPERE

UOMINI E PAPERE

Scorre il tempo
e avanza morte
Come in uno stagno
La papera/uomo
vi sguazza
povera, allegra e pazza

giovedì 14 aprile 2016

LA BUGIA

Cerco qualcosa
tra me e me,
so che c'è.
Come un'intercapedine
di sottili ironie
di fantastiche bugie.
Mi divide
a metà,
ma è il mio intero
che divorerà.
Altro da me
in me:
forse
il sogno bugiardo
di un' eternità?

PER STRADETTE DI FUMO

Per stradette di fumo
sinuose e piatte
iniziai il cammino
tra il canneto
con la truscia in spalla
Vi avevo radunato poche cose:
la mia fretta,
la mia gioventù da tutto attratta,
i miei sospiri,
le mie birichinate
e già, ospite strana, la nostalgia.
Avevo lasciato solo
il mio breve passato!
Siepe di More, arsa dal sole 
mi guardò incuriosita,
disse soltanto: “attenta
alle spine”
poi mi offrì le sue more
scure e dolci,
succose,
polverose.
Ero partita,
ma
-che mi sia persa?-,
non sono più arrivata!
Forse, prima di me,
quel mio breve passato,
allungandosi a fondo,
è già arrivato!

LOHENGRIN







LOHENGRIN


Mai devi domandarmi.
Un nome, il mio ti negherò.

E' una canzone
o il suono del pifferaio magico
che chiama?
Il fascino scontroso
ti adesca in quel rifiuto.

Curiosità d'amore
non si piega
E tu sparuta e amante
per monti e valli
vai vagando,
cercando
nelle polle d'acqua
la sorgente.

Sete di fuoco arde
nella tua gola.
Spento il silenzio
e s'ode dentro il bosco
soltanto il tempo
del suo non-nome.

E' rossa come il fuoco
la tua mano quando in alto
la levi a carezzar quel viso

S' incolla sulla tua pelle
come un marchio
il suo amaro sorriso
e  il cigno-nave
lento e assurdo
inesorabilmente
lo porta via
da te

TRA POETI

Mi hai scritto
una bellissima poesia,
Lo sai vero?
Era la sera della tua
malinconia.
Insieme l’ affrontammo
e non scomparve,
ma dentro essa
qualcosa di diverso
nacque
Una gemma, un bocciolo
non so dire
ma l’ avvertimmo
entrambi:
in pochi istanti
i tuoi versi
prorompenti,
fluenti
scioglienti,
bollenti,
sulla mia mano.
Chiusi la mano
e li nascosi a tutti
ed a me stessa.
Ma ogni tanto….

C'ETAIT UNE FOIS

France Bernard 

C'ETAIT UNE FOIS

Je vais regarder dans votre mémoire,
Je veux nager dans votre mémoire,
vivre d'entre eux,
Je vais me trouver.
C 'était une fois,
c 'était votre temps
et c 'est moi
Rien pour moi
Dans le verre de votre passé
tout mon ivresse.
Laissez vos rêves,
il y aura accalmie entre les feuilles vertes.
L'ange du rêve
Elle est avec son voile,
Il a volé ce moment
transparent
et pour moi le 'il a fait don:
il est temps
... De nous.......


.j'ai effectué la traduction en français...très beau poème chère Lucia...avec tt mon amitié...France.

mercoledì 13 aprile 2016

SCAMBI D'AMORE


SCAMBI D'AMORE

Il tuo amore è la mia testa
mi conduce...
L'immensità mi ha cercato:
la trasportavano i tuoi sguardi,
colombi leggeri e candidi
e la posarono sulla tua pelle.
L'ho percorsa a piedi,
senza far rumore,
senza tempo
affamato di te
e nel tuo rosso calice
di profonde bellezze
l'ho gustata.
Ho ancora fame, tanta!

Il tuo amore è la mia bocca
ti sospira e t'invoca...
La parola dell'umanità mi ha cercato
era nelle sillabe del tuo nome
ed io come usignolo eremita
l'ho cantata.
La passione di te
pascola nel mio campo.
Greggi infinite
sono i miei sensi
molli ancora di lui
nel punto che mi ammalia
In quel tempo,
in quel punto
io ti cercai

















martedì 12 aprile 2016

BRACCAMI



BRACCAMI

Braccami
come fa un cacciatore
con la preda.
E' tempo!
Non ti chiederò mai
dov’è il fucile o
se sparerai a salve.
Braccami con il tuo pensiero
che sarò io a pensare,
con la tua parola audace
che sarò io a inventare
E' tempo!
La traccia di queste ore
dentro una ruota
gira sottile, é un filo,
avvolge le tue mani
come quel guanto,
che sarò io a indossare.
Braccami con il tuo sguardo
che sarò io ad incrociare,
palpebre abbassate
per non incenerire.
Squagliami in bocca
come un liquore intenso
E' tempo!
Io preda,
ansante per la tua corsa,
ti voglio braccare

IL FOSSO



IL FOSSO


Scaverò un fosso profondo
dentro una foglia
poi mi ci nasconderò.
Ti porterò con me,
attraverseremo
il fiume, il mare,
dal vento ci faremo
dolcemente portare.
I sogni della foglia
sogneremo
nelle sue speranze
ci culleremo
E in autunno...
nessuno ci potrà
mai più trovare

IN BIBLIOTECA

IN BIBLIOTECA

La vuoi
la "morte di Danton"?
No, grazie,
mi basta già la mia



Non è più l'ora

Non posso più riposare
non è più l'ora.
Si deve andare.
No, non si può più amare
I risvolti del tempo
ci precipitano addosso
come impazziti:
oscurantismo,
grido!
Oscurantismo:
sguaina la tua spada
contro chi sa,
contro chi ti conosce.
Raggomitolato stai
come una serpe,
pronta a scattare,
a mordere e scappare.
Voglio sottrarti la mia vita
e l'altrui:
troppo l'amai.
Piaghe a curare
piango.
Non mi distraete:
vengo alla sfida.
Contro di te implacabile
corro
Ansimante libertà
gioca te stessa

A PAUL CELAN




Sei nella mia poesia:
muovono le mie rime
verso le tue.
Hanno le ali, volano,
superano differenze,
somiglianze,
infinite distanze.
Saltano vuoti,
scivolano avvoltolandosi
in deliziose e arcane altalenanze
Avrò le tue
tra le mie rime,
pronte a segnare un tempo,
ad apparire.
E ancora poi,
veloci a scomparire.
Cosa del loro incontro?
Ecco, non so!
In un lì senza luogo
giacque la mia parola
dietro un sottile velo
e adesso travolge
ogni altra parola
per non andar più sola.
Audace è il verso nell'incontro,
prezioso all'anima.
Oso sollevar quel velo
e
vorrei chiudere
gli occhi
dentro gli occhi tuoi












lunedì 11 aprile 2016

SIMPLY

I love You
But it is not simple
Because I am not simple
And you are 'not simple
and nobody is simple
But simply I love you

MI GIOCO

MI GIOCO

Vorrei non aver mai sonno
e scrivere sempre
la mia poesia per te:
quella della mia gioia,
del mio dolore,
della festa
o della noia.
E quella dell'attesa,
delle delusioni
della fatica.
E poi...
della tua meravigliosa
meraviglia
quando mi incontri,
sempre, come fosse la prima volta.
Vorrei trovarti nel velo
della mia poesia:
e lì guardarti
tra mille azzurre trasparenze,
come si guarda
alla speranza,
come si guarda
il punto in cui
timoroso e audace
ti giochi te stesso.
E non importa
se vincerai o perderai.
importa solo...
che ti sei messo in gioco:
sono io quel gioco

C' ERA UNA VOLTA

C'ERA UNA VOLTA 

Ti cercherò nella tua memoria,
voglio nuotare nei tuoi ricordi,
vivere di essi,
lì mi troverò.
C’ era una volta,
c’ era una tua volta
e c’ ero anch'io
Non altro per me
Nel calice del tuo passato
ogni mia ebbrezza.
Lasciami i tuoi sogni,
lì ti cullerò tra verdi foglie.
L’angelo del sogno
viene col suo velo,
ha rubato quel momento
trasparente
e a me l’ ha donato:
è l’ora
...di noi.

DiSCESA AGLI INFERI

Lascia che io ti guidi in me.
Troverai una fuga
e terremoti e pianto,
tombe scoperchiate
maleodoranti e vuote.
Un Dio che cerca:
chi?
Poi guidami in te,
questo io voglio,
io cerco
ho sete.
Preparami all'amore,
preparami al tuo amore!

domenica 10 aprile 2016

LITURGIE D'AMORE

Profanerai il mio corpo
e la mia carne,
t'aspergerò d'incenso liquido
al tuo entrare
nella cella segreta
oltre ogni profondità
d'amante.
Sacrilego è il tuo rito
nell'ora appassionante
e agli inferi trascina
il suo bussare ansante

Profanerò il tuo corpo
e la tua carne,
t'aspergeranno d'issopo
i miei capelli
quando sottili,
li legherò
a te vibrante
e le mie labbra ti sfioreranno
amante.
Sacrilego pensiero
sommerge e infiamma
il dono licenzioso
e il nostro inferno
dipinge sulla labbra tal sorriso
da fare ingelosire il Paradiso

giovedì 7 aprile 2016

IN UNA TASCA VUOTA



IN UNA TASCA VUOTA

La mia storia mi ignora.
Raccoglierò gesti imploranti
dai cumuli di immondizia
per le strade del mondo
ignorate,
che la storia ha saltate.
Lì in fondo, nella piazza
invecchiata,
c’è uno spazio
per gesti imploranti
ignorati
Il suo sguardo profondo
lì coglie, li addita
e mi invita.
Un sussulto.
E’ anch’ esso
uno sguardo implorante.
Infilerò quei gesti dentro
una tasca vuota
nel ghetto infelice dell’ anima mia
C'è l’ho!
La mia storia
non l’ha occupata
lì porterò con me
Lì berrò a piccoli sorsi
azzurri.
Soddisferanno
la mia sete, forse.
Nei cumuli di immondizia
butterò tanto altro
e passerò oltre.

L'ARMADIO DELLA GIOIA

L'ARMADIO DELLA GIOIA

Hai nascosto la mia gioia
dentro un armadio
vecchio.
Poi sei andato via.
Mosche ronzano
attorno a me
nella stanza.
Tutto è uguale,
anche i nostri vestiti
stesi ad asciugare,
che non indosseremo
più
e loro sono
d' accordo.
Finiranno i loro giorni
nell' armadio.
La corda della felicità
vibra ancora i suoi suoni
melodiosi
altrove,
oltre noi.
Oh, il suo fascino!
Ci accontenteremo
della sua eco lontana
oltre noi?


IMMAGINE

Si scioglie nell' acqua
il tempo
e la mia ora svanisce.
Guizza il vento
nell' onda
e la tua immagine
per un attimo ancora
appare.
Poi più nulla.
Immagina!

mercoledì 6 aprile 2016

Su un cuscino di gentilezza

Su un cuscino di gentilezza
poggio il capo stanco
e ardente
Sotto il cielo delle mie palpebre chiuse,
vedo un volto sottile
avvicinarsi
Gli darò qualcosa di me:
quel che non ha cercato,
quel che non so di avere,
quel che mi ha donato.
Gli darò il mio Nessuno,
pallida sagoma
dal suo sottile respiro creata.
Vaga già oltre, verso
il suo dolce volto
e tace.
Lieve m'arriva addosso
sete di una carezza
antica e nuova.
E' la sua, è la mia?
Poco importa:
come pura acqua di fonte
ci ristora.
Gentile è il tocco
e quel suo viso attende
sintonie inaudite
ed armonie,
a lasciarvi una traccia
nel sentiero del sogno
perchè tutto di lui
mi piaccia.