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mercoledì 30 dicembre 2015
NASCITA DI VENERE
Le tornavano in mente quel mattino
le parole che il vento
aveva sospirate dolcemente
quasi a volersi scusare di essere presente
A grandi cerchi le aveva prima
disegnate tutte a lei d' intorno.
Poi con le sue folate
sul quel corpo divino
Le aveva ricamate:
"lui t' ama, lui ti cerca, solo di te ha bisogno,
Pur se non ti conosce sei già dentro
Il suo sogno. Aspetta di apparire
Quando sarà il meriggio
Per presentarsi a te, per parlarti di sé"
Le foglie dell'autunno volavano leggere,
Dense di mistero accendevano il desiderio
Fluttuavano ora lente, ora veloci
Quasi a volerla già ricoprire di baci
La circondavano tutta alzandole
la veste, le braccia lei abbassava
con movenza graziosa
sulle sue gambe leste
Poi più su, più su, si intrecciavano
dentro i suoi capelli, li avvolgevano,
se ne facevano anelli.
Le foglie inanellate ballavano una danza
attorno al suo bel capo.
l'azzurro del cielo era la loro stanza.
Trasformavano il suo viso
in tacita invocazione,
ora preghiera, ora esclamazione.
E lei rispose al vento
che attendeva il suo canto
"Vorrei che un turbine d' amore
mi assalisse, vorrei che
su me stessa mi volgesse
Lui immagina già le mie fattezze,
vorrei apparirgli tra mille dolcezze
Vorrei avvertisse tutto il mio pudore
di voluttà acceso e di languore.
Vorrei incendiargli l'anima di ardore.
Dai primordi del tempo io
l'accarezzai, timida amante,
di sensualità nuova trepidante.
Che ora mi accolga dentro le sue braccia
dentro il suo respiro,
che affondi il viso dentro i miei capelli
e...tutto il resto taccia"
lunedì 28 dicembre 2015
NASCITA
Dal grembo del suono io ti conobbi
come fulgida nota di armonie diffusa.
Dal grembo del sole tu emergesti
come luce soffusa.
Dal grembo del tempo su di me arrivasti
come un’ora gioconda.
Dal grembo della terra emergesti come
zolla feconda.
Poco importa chi sei nel tuo apparire audace
t’inventai nell’istante che mi accendesti di brace.
Fosti solo per me: pura appartenenza
oltre ogni limite umano, oltre ogni decenza.
Nascesti al mio contatto ed io nacqui al tuo fianco
desti forza e vigore al mio desiderio stanco.
Miele puro era il nettare che dentro me stillavi
quando tra le mie braccia passione assecondavi.
Nel mio grembo di donna iniettasti una stilla
e dal caos primordiale si sprigionò favilla
incendiante d’amore l’universo intero
per colmarlo di gioia, di profumo, di mistero.
Si, il mistero svelato del nostro amore immenso
fragile come tela di ragno, ma solo degli dei degno
Lo gustammo affamati in una eterna ebbrezza
gli strappammo i segreti di tutta la bellezza
degli amanti infuocati da fiamme inestinguibili
intrecciati in una stretta che rende indistinguibili
il corpo mio dal tuo e il tuo corpo dal mio
fino a fare di noi un solo, unico desio.
sabato 26 dicembre 2015
SANT' EGIDIO, NATALE 2015
Solo da animamante vorrei parlare
Solo da animamante vorrei che il mondo
mi potesse ascoltare
Stare qui oggi per me è temerario
Data la mia pochezza,
Ma tra di noi il dono d'amore
è senza misura e chi più ne è capace
Non ne fa certo usura
Lo sparge a mani piene, lo regala
A chi poco o nulla ha avuto dalla vita
E non ha potuto trattenerlo tra le dita
Un' emozione fortissima ti prende
Solo un' animamante la comprende
Vorresti che la Festa non finisse,
che per ogni strada del mondo proseguisse
Vorresti, si vorresti un altro cuore
Molto più adatto ad emanar calore
Ma lo sguardo dei nostri amici esprime
una carezza, ti fa dono di tanta tenerezza
E tu commossa ricevi molto piu
Di ciò che hai dato
Ringrazi perché a te nulla oggi
È stato negato. La gioia che leggi dentro
I loro occhi non è retorica di circostanza
Va ben al di là di ogni costumanza
Spezzare il pane insieme è cosa bella
Fa di loro tuo fratello tua sorella
Si fa strada nell' intima tua via:
Si, è qui che sono a casa del Padre
E' tra loro che sono a casa mia!
Solo da animamante vorrei che il mondo
mi potesse ascoltare
Stare qui oggi per me è temerario
Data la mia pochezza,
Ma tra di noi il dono d'amore
è senza misura e chi più ne è capace
Non ne fa certo usura
Lo sparge a mani piene, lo regala
A chi poco o nulla ha avuto dalla vita
E non ha potuto trattenerlo tra le dita
Un' emozione fortissima ti prende
Solo un' animamante la comprende
Vorresti che la Festa non finisse,
che per ogni strada del mondo proseguisse
Vorresti, si vorresti un altro cuore
Molto più adatto ad emanar calore
Ma lo sguardo dei nostri amici esprime
una carezza, ti fa dono di tanta tenerezza
E tu commossa ricevi molto piu
Di ciò che hai dato
Ringrazi perché a te nulla oggi
È stato negato. La gioia che leggi dentro
I loro occhi non è retorica di circostanza
Va ben al di là di ogni costumanza
Spezzare il pane insieme è cosa bella
Fa di loro tuo fratello tua sorella
Si fa strada nell' intima tua via:
Si, è qui che sono a casa del Padre
E' tra loro che sono a casa mia!
CANTICO D'AMORE
Parole d'amore ho sempre sete di ascoltare
Quelle che mi facevano arrossire di piacere
Le bisbigliavi, le facevi risuonare
Nel mio spirito, nella mia mente
Mentre le pronunciavi dolcemente
"Monella, mi dicevi piano piano,
Mi accoccolerei ai tuoi piedi
Per carpire il tuo odore, il tuo profumo
Perché è da lì che nasce il mio essere uomo
Guarderei poi in su, verso il tuo ventre
Dove la vita scocca e prende forma.
Le mie mani su di esso poggerei
Riempirei di baci quel calice da dei
Tra i tuoi seni fiorenti affonderei
Il mio viso; solo da lì si gode il Paradiso
Dalla mia costola emersa come dea
Tra le mie braccia nasceresti donna.
Poi tacerei stringendoti al mio petto
Per lasciare a natura continuar diletto"
Io trasalivo viva, vivente
E a te innalzavo il mio cantico d'amore:
"Dolce amico, ti mostro il mio sembiante
Senza pudore: in questo istante
sta nascendo Amante.
Ogni stilla di te vorrei succhiare
Come fa l' ape intorno all' alveare
Ogni tuo umore è pieno godimento
E da lì traggo ogni piacimento
Cosa provo al tuo cospetto
Non so dire: primordiale sensazione
È il tuo apparire. La tua passione
Con la mia si fonde e fa tutt'uno
tra il mio e il tuo petto
Per lasciare a natura continuar diletto".
Quelle che mi facevano arrossire di piacere
Le bisbigliavi, le facevi risuonare
Nel mio spirito, nella mia mente
Mentre le pronunciavi dolcemente
"Monella, mi dicevi piano piano,
Mi accoccolerei ai tuoi piedi
Per carpire il tuo odore, il tuo profumo
Perché è da lì che nasce il mio essere uomo
Guarderei poi in su, verso il tuo ventre
Dove la vita scocca e prende forma.
Le mie mani su di esso poggerei
Riempirei di baci quel calice da dei
Tra i tuoi seni fiorenti affonderei
Il mio viso; solo da lì si gode il Paradiso
Dalla mia costola emersa come dea
Tra le mie braccia nasceresti donna.
Poi tacerei stringendoti al mio petto
Per lasciare a natura continuar diletto"
Io trasalivo viva, vivente
E a te innalzavo il mio cantico d'amore:
"Dolce amico, ti mostro il mio sembiante
Senza pudore: in questo istante
sta nascendo Amante.
Ogni stilla di te vorrei succhiare
Come fa l' ape intorno all' alveare
Ogni tuo umore è pieno godimento
E da lì traggo ogni piacimento
Cosa provo al tuo cospetto
Non so dire: primordiale sensazione
È il tuo apparire. La tua passione
Con la mia si fonde e fa tutt'uno
tra il mio e il tuo petto
Per lasciare a natura continuar diletto".
domenica 20 dicembre 2015
IL LUOGO DEL POETA: Reminiscenze agostiniane
Il luogo del poeta
C'è un luogo, non so se nel tempo o nello spazio,
che ho amato, che non ho mai abbandonato,
luogo di selvaggia bellezza,
di primordiale asprezza
Lì mi ritrovo con me stessa puntualmente,
fuggendo il chiasso fatto dalla gente.
mi tuffo in atmosfere mai provate ma già
col desiderio trapassate.
Mi guardò attorno silenziosa e assorta,
lasciò che il mio pensiero vaghi
veloce e ardito fino a lambire
quasi l' infinito.
Su un masso pieno di muschio, come per caso,
vedo un vecchio giornale abbandonato.
Qualcuno deve avercelo posato
E poi lasciato lì, forse dimenticato.
Mi chino e lo sollevo con la mano
ai bordi si sfarina tra le dita.
E' umido di muschio come il masso,
chissà da quanto giace su quel sasso
Il sole sta tramontando all'orizzonte.
La primordiale asprezza di quel luogo,
la sua eterna, effimera bellezza,
mi spingono ad aprire di sfuggita
la carta che al tatto appare già quasi marcita.
Ma ecco, appena guardo: che sorpresa!
Quelle notizie, quegli avvenimenti, quelle date
già dimenticate...
mi vengono incontro quasi con violenza,
mi raggiungono, mi afferrano senza riluttanza.
Ma chi mai ha pubblicato quegli eventi
in quelle pagine bianche, trasparenti,
sì che io sola possa leggervi dentro
quasi a far rinascere di nuovo ogni momento?
Gioia, dolore, lì tutto è raccontato,
tutto il mio segreto lì è svelato:
percorsi vigliacchi e certo un po' bislacchi
che nel giornale sono narrati come smacchi.
Stupide glorie di vanità forgiate che nel
giornale sono solo citate e accantonate
come non meritassero, sembra a me che leggo,
l' inutile, immane fatica di essere narrate
Il sangue abbandona le mie vene,
un freddo pallore subitaneo interviene
perché capisco che adesso le dita stanno lì
a sfogliare, un giornale unico al mondo,
senza luogo, senza data che racconta,
brutta o bella che sia la storia di
una vita aspra e primordiale che alla fine
appare essere... la mia!
...C'è un luogo, per me pericoloso
nel quale solo .... io trovo
riposo...
giovedì 17 dicembre 2015
UN RICORDO FUTURO
Vorrei parlarti
ma non è facile ciò che vorrei dirti
Vorrei poterlo esprimere con uno sguardo ardente
oppure soltanto con un tocco incandescente
Forse é finita già da tempo
ma la parola "fine" trasalisce e...gioisce
aperta a respirare nuovo ardore
Vive e vivrà la freschezza di un amore che
quando mi colse mi avvolse
dentro un palpito infinito di calore
La mia nudità spogliò di tutto il ghiaccio
che la faceva vivere priva di ogni abbraccio
Non era solo nudità del corpo
era sopratutto l'anima isolata
in un'alta torre di "nulla" sequestrata
tu la liberasti da quella torre infame
la mettesti al centro di ogni tuo reame
Accadde così qualcosa....
non so dire! Ma da allora il
"nulla" delle solite ore non mi
può più lambire
Forse é la bellezza di un ricordo
che é ancora passione non vissuta
Un ricordo che é ancora da venire
e dentro il quale respira ogni mio agire
Un ricordo pieno di gioia senza misura
proietta ora il mio passatofuturo in un'altura
che mi rende diversa da ogni creatura:
Fa di me la regina di un reame
dove ad essere saziata è ogni ignota fame
Nata dal grembo del desiderio puro
non c'é più cosa di cui io non mi curo
Ma non lo faccio più da balbettante
attraversando te ho imparato
a non separare più "animamante"
ma non è facile ciò che vorrei dirti
Vorrei poterlo esprimere con uno sguardo ardente
oppure soltanto con un tocco incandescente
Forse é finita già da tempo
ma la parola "fine" trasalisce e...gioisce
aperta a respirare nuovo ardore
Vive e vivrà la freschezza di un amore che
quando mi colse mi avvolse
dentro un palpito infinito di calore
La mia nudità spogliò di tutto il ghiaccio
che la faceva vivere priva di ogni abbraccio
Non era solo nudità del corpo
era sopratutto l'anima isolata
in un'alta torre di "nulla" sequestrata
tu la liberasti da quella torre infame
la mettesti al centro di ogni tuo reame
Accadde così qualcosa....
non so dire! Ma da allora il
"nulla" delle solite ore non mi
può più lambire
Forse é la bellezza di un ricordo
che é ancora passione non vissuta
Un ricordo che é ancora da venire
e dentro il quale respira ogni mio agire
Un ricordo pieno di gioia senza misura
proietta ora il mio passatofuturo in un'altura
che mi rende diversa da ogni creatura:
Fa di me la regina di un reame
dove ad essere saziata è ogni ignota fame
Nata dal grembo del desiderio puro
non c'é più cosa di cui io non mi curo
Ma non lo faccio più da balbettante
attraversando te ho imparato
a non separare più "animamante"
LA LINEA DEL TEMPO
La linea del tempo
mi lambisce da ogni parte,
la voce del vento
mi trapassa nel profondo
Ed io trafitta giaccio,
nella tenebra,
umana figlia
dell'antico peccato
non dissolto
Non è bastata la storia
a consumarlo
e così resto prigioniera
di me stessa
finchè non verrai tu luce
a liberarmi
mi lambisce da ogni parte,
la voce del vento
mi trapassa nel profondo
Ed io trafitta giaccio,
nella tenebra,
umana figlia
dell'antico peccato
non dissolto
Non è bastata la storia
a consumarlo
e così resto prigioniera
di me stessa
finchè non verrai tu luce
a liberarmi
mercoledì 16 dicembre 2015
Robin Hood: filastrocca di Natale
ROBIN HOOD: Filastrocca di Natale
Vorrei rubare al tempo le sue lunghe ore
Vorrei rubare al sole la sua calda luce
Vorrei rubare alla luna il suo candore
Vorrei rubare i battiti di un cuore
Le ore del tempo le vorrei donare
a chi ne ha bisogno per ricominciare
La luce del sole la vorrei donare
a chi ha molto bisogno di calore
Il candore della luna invece lo darei
a chi vede molto oscuro nel suo destino
e pensa che non ci sia nessuno a stargli vicino
E i battiti del cuore? A chi donarli?
A tutti quelli che mancano d'amore?
Eh no! Quello é un furto un po' particolare
i battiti del cuore non li puoi fermare
Quindi si tratta di un furto da...rubare!
Basta tenerli in attesa di qualcuno
che non li rubi per sé, ma ne trattenga
solamente uno e lasci poi che un altro
affascinato li prenda e se li porti via d'un fiato
Anche quest'altro ne trattiene uno e
lascia poi che un altro affascinato
li prenda e se li porti via d'un fiato.
E così, nella mia breve filastrocca,
si innesca una catena mentre la neve fiocca
Un'infinita catena piena di deliziosi
furti profumati che uniscono e confondono
ladri e derubati in un intreccio pieno di calore
perché ad essere rubati sono sempre
i...battiti di un cuore
Vorrei rubare al tempo le sue lunghe ore
Vorrei rubare al sole la sua calda luce
Vorrei rubare alla luna il suo candore
Vorrei rubare i battiti di un cuore
Le ore del tempo le vorrei donare
a chi ne ha bisogno per ricominciare
La luce del sole la vorrei donare
a chi ha molto bisogno di calore
Il candore della luna invece lo darei
a chi vede molto oscuro nel suo destino
e pensa che non ci sia nessuno a stargli vicino
E i battiti del cuore? A chi donarli?
A tutti quelli che mancano d'amore?
Eh no! Quello é un furto un po' particolare
i battiti del cuore non li puoi fermare
Quindi si tratta di un furto da...rubare!
Basta tenerli in attesa di qualcuno
che non li rubi per sé, ma ne trattenga
solamente uno e lasci poi che un altro
affascinato li prenda e se li porti via d'un fiato
Anche quest'altro ne trattiene uno e
lascia poi che un altro affascinato
li prenda e se li porti via d'un fiato.
E così, nella mia breve filastrocca,
si innesca una catena mentre la neve fiocca
Un'infinita catena piena di deliziosi
furti profumati che uniscono e confondono
ladri e derubati in un intreccio pieno di calore
perché ad essere rubati sono sempre
i...battiti di un cuore
martedì 15 dicembre 2015
Il vento del Sud
Il vento del Sud ruba le mie foglie
Mi sfiora l' anima col suo calore
Il vento del Sud non spazza le mie doglie
Mi invade dentro con tutto il suo fragore
Su quelle foglie avevo scritto "t'amo"
Sperando che cogliendole qualcuno
Vagasse alla ricerca di quell'ora perduta:
Di una sua ora d' amore non vissuta
Del mio dolore non voglio qui dar conto
Tanto lo sento penetrarmi in fondo.
Forse qualcuno potrebbe attraversarlo
Succhiarne l'amara linfa ed annientarlo?
Il vento del Sud soffia qui in pianura
Dove sono io in estasi continua
Attendendo che venga l' ora dell' amore
e copra delle sue foglie il mio dolore

Mi sfiora l' anima col suo calore
Il vento del Sud non spazza le mie doglie
Mi invade dentro con tutto il suo fragore
Su quelle foglie avevo scritto "t'amo"
Sperando che cogliendole qualcuno
Vagasse alla ricerca di quell'ora perduta:
Di una sua ora d' amore non vissuta
Del mio dolore non voglio qui dar conto
Tanto lo sento penetrarmi in fondo.
Forse qualcuno potrebbe attraversarlo
Succhiarne l'amara linfa ed annientarlo?
Il vento del Sud soffia qui in pianura
Dove sono io in estasi continua
Attendendo che venga l' ora dell' amore
e copra delle sue foglie il mio dolore

mercoledì 9 dicembre 2015
NOI PER PRIMI : il giardino dell'Eden
Noi per primi abbiamo pronunciato
la parola: Amore
L'albero brillava d'oro nel meriggio
di nudità d'un colpo la vestì il suo sguardo
sciogliendole i capelli sopra il seno
La mela pose sul suo ventre
e chinando la bocca verso il frutto
lo colse: in un attimo...fu tutto!
Così, dalla voragine di quell' attimo infinito
nacque il Tempo, di seduzione pieno
e di ogni altra bellezza
Gli amanti non escono mai dal
luogo in cui Adamo ed Eva
inventarono l'amore.
la parola: Amore
L'albero brillava d'oro nel meriggio
di nudità d'un colpo la vestì il suo sguardo
sciogliendole i capelli sopra il seno
La mela pose sul suo ventre
e chinando la bocca verso il frutto
lo colse: in un attimo...fu tutto!
Così, dalla voragine di quell' attimo infinito
nacque il Tempo, di seduzione pieno
e di ogni altra bellezza
Gli amanti non escono mai dal
luogo in cui Adamo ed Eva
inventarono l'amore.
sabato 5 dicembre 2015
VORREI ESSERE
Vorrei essere intelligente
per capire tutto e
...niente.
Per capire chi ha qualcosa da dire
ed ascoltare il linguaggio muto
di chi non sa parlare
Vorrei essere intelligente
per imparare la gioia
nel tuo dolore,
per attraversare il tempo
nel battito di un cuore,
per cogliere l'attesa di chi muore
Vorrei essere intelligente
per ricordare
chi sfiora la mia vita
con tocco lieve, leggero
e poi scompare,
quasi diafana vela
tra vento e mare.
Vorrei, si vorrei tanta
...sapienza
per sentire il bene
di ogni differenza
infuocarmi il cuore
e chiudere i miei conti
un bel mattino dicendo:
ti ringrazio perché
... mi sei vicino!
per capire tutto e
...niente.
Per capire chi ha qualcosa da dire
ed ascoltare il linguaggio muto
di chi non sa parlare
Vorrei essere intelligente
per imparare la gioia
nel tuo dolore,
per attraversare il tempo
nel battito di un cuore,
per cogliere l'attesa di chi muore
Vorrei essere intelligente
per ricordare
chi sfiora la mia vita
con tocco lieve, leggero
e poi scompare,
quasi diafana vela
tra vento e mare.
Vorrei, si vorrei tanta
...sapienza
per sentire il bene
di ogni differenza
infuocarmi il cuore
e chiudere i miei conti
un bel mattino dicendo:
ti ringrazio perché
... mi sei vicino!
venerdì 4 dicembre 2015
NOI PER PRIMI: la sensazione
La parola "amore"
Mi guardavi rapito e sorridente
Mi provocavi un po' come un furfante
Che vuole rubare baci dolcemente
Poi mi hai preso una mano tra le tue
Erano calde, tenere, affettuose
Mi davano carezze deliziose
La sensazione era ammaliante
Dava alla testa in modo sconvolgente
Ti lasciavo fare senza più parlare
Il tempo stava nascendo in quell'istante
Il silenzio era il complice migliore
Noi per primi abbiamo pronunciato
La parola "amore"
Poi...lo fecero altri ... e anch'essi
furono i primi a pronunciare la parola "amore"
mercoledì 2 dicembre 2015
Il palcoscenico della storia
Il palcoscenico della storia sta cambiando.
Come uno specchio finito in terra
in mille pezzi si va frantumando.
Bagliori brevi, neri, spezzettati
dai frantumi dello specchio
vengono oggi proiettati dentro
la mia mente stanca, quasi a tog!iervi speranza
Una insidia misteriosa, ancora sconosciuta,
senza nome, velenosa,
per nulla di soppiatto prende posto
a quell'aurora gloriosa che aveva coltivato
la mia gioventù attiva e laboriosa.
Ho creduto nel rispetto della vita, nell' amore
nella pace soprattutto, persino in quella
del mio mondo interiore.
Di questi ideali mi innamorai perdutamente
fino a fare di essi quella fede che, come
fulgida stella, ha governato e guidato sempre
il mio cammino cercando di accogliere insieme
il lontano così come il vicino.
Oggi è invece la lotta di tutti contro tutti,
dove si perde il senso di ogni appartenenza ma
anche quello di ogni militanza.
Vale la sofferenza per la sofferenza
in una tristezza piena di amarezza.
Vale il dolore per il dolore
per seminar dovunque, come folgore, il terrore.
In un moltiplicatore che é come impazzito
vedo frantumarsi tutto ciò in cui ho creduto
e i suoi frammenti ricomporsi assurdamente
in parola, una sola che precipita tuonando
sulla nostra povera terra:
é la parola "GUERRA"!
Come uno specchio finito in terra
in mille pezzi si va frantumando.
Bagliori brevi, neri, spezzettati
dai frantumi dello specchio
vengono oggi proiettati dentro
la mia mente stanca, quasi a tog!iervi speranza
Una insidia misteriosa, ancora sconosciuta,
senza nome, velenosa,
per nulla di soppiatto prende posto
a quell'aurora gloriosa che aveva coltivato
la mia gioventù attiva e laboriosa.
Ho creduto nel rispetto della vita, nell' amore
nella pace soprattutto, persino in quella
del mio mondo interiore.
Di questi ideali mi innamorai perdutamente
fino a fare di essi quella fede che, come
fulgida stella, ha governato e guidato sempre
il mio cammino cercando di accogliere insieme
il lontano così come il vicino.
Oggi è invece la lotta di tutti contro tutti,
dove si perde il senso di ogni appartenenza ma
anche quello di ogni militanza.
Vale la sofferenza per la sofferenza
in una tristezza piena di amarezza.
Vale il dolore per il dolore
per seminar dovunque, come folgore, il terrore.
In un moltiplicatore che é come impazzito
vedo frantumarsi tutto ciò in cui ho creduto
e i suoi frammenti ricomporsi assurdamente
in parola, una sola che precipita tuonando
sulla nostra povera terra:
é la parola "GUERRA"!
martedì 1 dicembre 2015
Altra persona
qualcosa di diverso,
che venga a te
come da un altro tempo.
Lascia che nulla turbi il nostro incontro
Accoglimi tra le tue braccia
sorridendo
Tutto vorrei cancellare
il mio passato,
dimenticare il dolore che ho provato.
Il dono di te accogliere
come una cosa magica,
perché mi da il coraggio,
la forza
di voltare la mia pagina.
Nuovo sento il mio spirito,
nuova anche la mente,
Nuovo vorrei
che fosse il mio sembiante.
Ma soprattutto
avverto nuovo il cuore.
Altra persona rende sempre amore
lunedì 30 novembre 2015
Dove più mi piace
indosserò la gioia.
La indosserò come un abito elegante
che mi cinge e mi svela tutta forgiandomi tua amante
Come fa uno scultore con la creta
quando la manipola abilmente tra le dita
"Ti mando un bacio dove più ti piace"
continui poi con sensualità avvolgente
E l'eco di quel tuo bacio svelto e seducente
mi afferra dentro, mi cattura voluttuosamente
"Dove più mi piace?" E' questa la domanda
che adesso mi interpella, mi comanda
E il mio abito di gioia trasporta in una danza
Tra mille e mille giri di esultanza
So che sarà la risposta giusta
a far di me una donna.
So però anche che è inutile cercare
Il mio corpo e' lo spazio che tu dovrai abitare
Con i tuoi baci, con le tue carezze
Come uomo che ha infuocata voglia di dolcezze
Mi piace "più" dove sarai tu a farmelo piacere,
Ti dico constatando con stupore che hai mirato dritto
nell'anima e nel cuore: mi stai baciando l'anima,
mi stai baciando il cuore, lì hai colto il mio
"più" vero in un audace palpito d' amore
In fondo all'anima il tuo bacio mi fai già gustare
e nessun altro "più" potrò mai assaporare.
"Più", "più", "più". Il mio "più" è lì solo per te
Ed in quel "più" c'è l'essenza stessa di me!
Povero amore
Sto muta, impietrita dinnanzi all' accaduto
Dovrei forse dire: non lo avrei immaginato?
Certo che no; sarebbe una menzogna
E forse è per questo che sono piena di vergogna
Non ho fatto nulla per impedire che accadesse
Sperando che qualcosa, qualcuno intervenisse
A dar rimedio a una tale migrazione, che procede
Continua e che senza aiuto è solo devastazione
E così ci sono ancora morti
E morti e morti e ancora e sempre morti
Donne, bambini, vecchi, ragazzini,
Una folla innumerevole anche per i becchini
E poi tra i vivi tu vedi dei poppanti
Che succhiano voracemente
seni già avvizziti, seni stanchi
sotto lo sguardo spento
Di una madre che è come fosse assente
tanto la sua parola non conta proprio niente!
Forse pensa (lo cogli nel suo sguardo):
"Dolce, tragico, piccolo amore mio
Quel che tu succhi non è ciò
Che avrei desiderato darti io.
Io per te sognavo le mie poppe piene
Di latte che sgorgasse dolce come miele
Sognavo i tuoi sorrisi di lattante
Quelli che avevo immaginato nell' istante
In cui ti ho concepito in un attimo di ardore
Sperando che alla fine la mia miseria
Per quanto grande non vincesse amore.
Ma così non è stato: miseria ha vinto amore
E in te innocente tutto si racchiude il mio dolore!
Ma non dimenticarlo, qualunque cosa accada
Tu sei figlia vo!uta e per ciò stesso amata
Anche se sei solo il mio povero amore
Che brucia nel mio inumano strazio
Per una epocale tragedia che
non ammetterà mai sazio"
Quello sguardo di donna mi rende impotente
Fa pesare su di me una rivalsa incandescente
Mi fa fremere e sobbalzare di terrore
Perché qui non la miseria ma...
ricchezza ed egoismo hanno vinto amore!
Dovrei forse dire: non lo avrei immaginato?
Certo che no; sarebbe una menzogna
E forse è per questo che sono piena di vergogna
Non ho fatto nulla per impedire che accadesse
Sperando che qualcosa, qualcuno intervenisse
A dar rimedio a una tale migrazione, che procede
Continua e che senza aiuto è solo devastazione
E così ci sono ancora morti
E morti e morti e ancora e sempre morti
Donne, bambini, vecchi, ragazzini,
Una folla innumerevole anche per i becchini
E poi tra i vivi tu vedi dei poppanti
Che succhiano voracemente
seni già avvizziti, seni stanchi
sotto lo sguardo spento
Di una madre che è come fosse assente
tanto la sua parola non conta proprio niente!
Forse pensa (lo cogli nel suo sguardo):
"Dolce, tragico, piccolo amore mio
Quel che tu succhi non è ciò
Che avrei desiderato darti io.
Io per te sognavo le mie poppe piene
Di latte che sgorgasse dolce come miele
Sognavo i tuoi sorrisi di lattante
Quelli che avevo immaginato nell' istante
In cui ti ho concepito in un attimo di ardore
Sperando che alla fine la mia miseria
Per quanto grande non vincesse amore.
Ma così non è stato: miseria ha vinto amore
E in te innocente tutto si racchiude il mio dolore!
Ma non dimenticarlo, qualunque cosa accada
Tu sei figlia vo!uta e per ciò stesso amata
Anche se sei solo il mio povero amore
Che brucia nel mio inumano strazio
Per una epocale tragedia che
non ammetterà mai sazio"
Quello sguardo di donna mi rende impotente
Fa pesare su di me una rivalsa incandescente
Mi fa fremere e sobbalzare di terrore
Perché qui non la miseria ma...
ricchezza ed egoismo hanno vinto amore!
sabato 28 novembre 2015
L' abbandono
Come un torrente in piena travolgente
tutto in me piange amaramente
Specie quando taccio, sorrido
e devo fingere di niente
Il desiderio di te non mi da pace
mi grida, mi sbrana dentro
e fuori, invece, ogni cosa...tace
Sono rimasta sola ad abitare
il castello interiore che per me
avevi fatto edificare
per la mia gioia, per il nostro amore
per tenere lontano ogni altro rumore
Ora va via, va via dalla mia mente
lasciala libera dall'inesistente.
Non riconosco più in te una presenza
che non sia quella della tua assenza
Svanisci dal mio ricordo lacerato
Non voltarti a vedere ciò che hai lasciato
Questo ora riguarda me,
mi copre di grigiore
mi lascia solo il volto del dolore
Sei solo un'ombra nera che si affaccia
dentro la mia memoria. E' ora che tu taccia!
Si, ti farò tacere insieme al mio tormento
Si, ci riuscirò, é tanto che ci tento!
Il tuo abbandono non conosce dono
Appanna in me ogni istinto di perdono
Si prende tutto e a me non resta niente
Lascia dietro di sé vapore bollente
Digrigno i denti in una smorfia atroce
che tutto spazza via, anche la voce
Intreccio mani e dita per schiacciare
il tuo fantasma che vorrei cacciare
e le sagome amare, evanescenti
piene un tempo di noi, e adesso fatiscenti
figure amate che vorrei scordate
e che invece ancora affollano indignate
nel triste gioco della tua mancanza
le stanze vuote della dissolvenza
Avrei volute da te gocce di inebriante assenzio
e tu mi immergi invece in un silenzio
che per me suona ora disumano
perché svuota di senso la parola "t'amo"
tutto in me piange amaramente
Specie quando taccio, sorrido
e devo fingere di niente
Il desiderio di te non mi da pace
mi grida, mi sbrana dentro
e fuori, invece, ogni cosa...tace
Sono rimasta sola ad abitare
il castello interiore che per me
avevi fatto edificare
per la mia gioia, per il nostro amore
per tenere lontano ogni altro rumore
Ora va via, va via dalla mia mente
lasciala libera dall'inesistente.
Non riconosco più in te una presenza
che non sia quella della tua assenza
Svanisci dal mio ricordo lacerato
Non voltarti a vedere ciò che hai lasciato
Questo ora riguarda me,
mi copre di grigiore
mi lascia solo il volto del dolore
Sei solo un'ombra nera che si affaccia
dentro la mia memoria. E' ora che tu taccia!
Si, ti farò tacere insieme al mio tormento
Si, ci riuscirò, é tanto che ci tento!
Il tuo abbandono non conosce dono
Appanna in me ogni istinto di perdono
Si prende tutto e a me non resta niente
Lascia dietro di sé vapore bollente
Digrigno i denti in una smorfia atroce
che tutto spazza via, anche la voce
Intreccio mani e dita per schiacciare
il tuo fantasma che vorrei cacciare
e le sagome amare, evanescenti
piene un tempo di noi, e adesso fatiscenti
figure amate che vorrei scordate
e che invece ancora affollano indignate
nel triste gioco della tua mancanza
le stanze vuote della dissolvenza
Avrei volute da te gocce di inebriante assenzio
e tu mi immergi invece in un silenzio
che per me suona ora disumano
perché svuota di senso la parola "t'amo"
venerdì 27 novembre 2015
Ti invoco
T'invoco!
Un pozzo sei per me
dal quale attingo le mie parole più belle
scavo dentro di te per ritrovare me
Mi cerco nei tuoi sguardi
perché é lì il mio luogo
la loro limpidezza é per me segno di salvezza
Mai devi domandarmi
quale sia la ragione di questo scambio
effimero come la mia passione
Effimero é l'eterno del nostro sentimento
ma dentro ci sconvolge
sempre, ad ogni momento
Fra di noi due insieme un vortice sublime
di senso inappagato
di invocazione ardente
T'invoco, si t'invoco
dentro l'anima mia, dentro la mia parola
dentro il mio seno nudo, dentro il mio corpo caldo
in te tutta mi affondo
precipito ogni istante perché sei tu l'amore
Ed io... l'anima amante
Un pozzo sei per me
dal quale attingo le mie parole più belle
scavo dentro di te per ritrovare me
Mi cerco nei tuoi sguardi
perché é lì il mio luogo
la loro limpidezza é per me segno di salvezza
Mai devi domandarmi
quale sia la ragione di questo scambio
effimero come la mia passione
Effimero é l'eterno del nostro sentimento
ma dentro ci sconvolge
sempre, ad ogni momento
Fra di noi due insieme un vortice sublime
di senso inappagato
di invocazione ardente
T'invoco, si t'invoco
dentro l'anima mia, dentro la mia parola
dentro il mio seno nudo, dentro il mio corpo caldo
in te tutta mi affondo
precipito ogni istante perché sei tu l'amore
Ed io... l'anima amante
INSAZIABILE
Vorrei baciarti
la tua bocca danza lieve, leggera
dinnanzi al mio sguardo
Vorrei baciarti
il tuo profumo inebria
la mia voglia di te
Vorrei baciarti
i tuoi sorrisi spazzano via
tutto il grigiore dell'anima mia
Vorrei baciarti
sospesa sulla mia resta la bocca tua
per un attimo divino prima del tuo tocco
Vorrei baciarti
No, non mi sazio mai dei baci che mi hai dato
né di quelli infiniti che ancora mi darai
Vorrei baciarti
uno dopo l'altro scivolano i nostri baci
sul velluto del mio desiderio inappagato
Vorrei baciarti
e non mi basta mai
perché l'amore non basta mai all'amore
la tua bocca danza lieve, leggera
dinnanzi al mio sguardo
Vorrei baciarti
il tuo profumo inebria
la mia voglia di te
Vorrei baciarti
i tuoi sorrisi spazzano via
tutto il grigiore dell'anima mia
Vorrei baciarti
sospesa sulla mia resta la bocca tua
per un attimo divino prima del tuo tocco
Vorrei baciarti
No, non mi sazio mai dei baci che mi hai dato
né di quelli infiniti che ancora mi darai
Vorrei baciarti
uno dopo l'altro scivolano i nostri baci
sul velluto del mio desiderio inappagato
Vorrei baciarti
e non mi basta mai
perché l'amore non basta mai all'amore
martedì 24 novembre 2015
IL FUOCO
Un fuoco ardente mi divora e non si estingue
lacera la mia carne senza lasciare traccia
mentre mi circonda ineffabilmente tra le sue braccia
Quale sia la ragione non mi è chiaro
sta al centro di me, nel mio passato
nel mio oggi, ma non é affatto amaro
E' qualcosa che vuole trasformarmi
in un anelito incalzante verso il non-so-cosa
sempre più velocemente, senza posa
Non conta mai la strada che ho già fatto,
non smette mai di guidare il mio passo
mi benda gli occhi per farmi proseguire
senza lasciarmi il tempo di capire
senza lasciarmi il tempo di apprezzare
senza lasciarmi il tempo di accettare
senza lasciarmi nemmeno il tempo di gustare
si muove in me a ritmo vorticoso
mi inonda, mi travolge senza darmi pace
mi fa vedere solo il suo colore
sempre più rosso e incandescente al cuore
credo, sì credo, che si chiami Amore
lacera la mia carne senza lasciare traccia
mentre mi circonda ineffabilmente tra le sue braccia
Quale sia la ragione non mi è chiaro
sta al centro di me, nel mio passato
nel mio oggi, ma non é affatto amaro
E' qualcosa che vuole trasformarmi
in un anelito incalzante verso il non-so-cosa
sempre più velocemente, senza posa
Non conta mai la strada che ho già fatto,
non smette mai di guidare il mio passo
mi benda gli occhi per farmi proseguire
senza lasciarmi il tempo di capire
senza lasciarmi il tempo di apprezzare
senza lasciarmi il tempo di accettare
senza lasciarmi nemmeno il tempo di gustare
si muove in me a ritmo vorticoso
mi inonda, mi travolge senza darmi pace
mi fa vedere solo il suo colore
sempre più rosso e incandescente al cuore
credo, sì credo, che si chiami Amore
L'ATTIMO FUGGENTE
Vorrei cogliere l'attimo fuggente
dirgli: senza di me tu non sei niente!
Tu hai bisogno della mia memoria
di qualcuno che afferri la tua ora
Averti tra le mani, fremere di esultanza
affondare il viso nella tua fragranza
Guardavo lui negli occhi con amore
il momento era pieno di tutto il tuo fulgore
Poi svanisti, fu dolcezza estrema
fummo viva speranza
ed il mio cuore al ricordo ancora trema
Il tuo raggio di luce ci avvolse fulminante
rese trasparente il mio sembiante
Ah! Vorrei cogliere l'attimo fulgente
Lui è tutto ed io non sono...niente!
dirgli: senza di me tu non sei niente!
Tu hai bisogno della mia memoria
di qualcuno che afferri la tua ora
Averti tra le mani, fremere di esultanza
affondare il viso nella tua fragranza
Guardavo lui negli occhi con amore
il momento era pieno di tutto il tuo fulgore
Poi svanisti, fu dolcezza estrema
fummo viva speranza
ed il mio cuore al ricordo ancora trema
Il tuo raggio di luce ci avvolse fulminante
rese trasparente il mio sembiante
Ah! Vorrei cogliere l'attimo fulgente
Lui è tutto ed io non sono...niente!
venerdì 20 novembre 2015
La morte e la mignotta
La pulla era appoggiata ad un angolo di strada
Aspettava il cliente per fare la serata
Era buio, era freddo. Era tutta ghiacciata
Tanti erano passati. Nessuno l' aveva fermata
Non era più giovane, era anche stanca
Ma in quell' angolo non c'era alcuna panca
Sperava in una macchina per potersi scaldare
Dopo la sosta inutile di tutte quelle ore
Ecco d' improvviso qualcuno le si accosta
Le fa cenno col dito, le apre la portiera
Lei subito entra veloce e leggera
Si sente svolazzante come una capinera
La macchina prosegue, affonda nella notte
Si lascia alle spalle la brutta strada
con le corsie interrotte.
Imbocca una traversa, va verso il cimitero
Non ci sono lampioni. Intorno è tutto nero
Lei guarda di sfuggita il guidatore
Non che le importi molto: chiunque le va bene
qualunque sia il sembiante, purché, com'è ovvio,
sia fornito di ... contante
Lui non le dice niente e lei niente risponde
L'occhio però si poggia adesso sul volante
Sobbalza impietrita: le mani che lo stringono
Sono di una magrezza scheletrica
Davvero impressionante!
Si gira assai stranita e dietro sul sedile vede poggiata
La falce che di solito con morte è raffigurata
Un dubbio allora l'assale: ha pronta una risata
Chi sarà mai costui che ha rubato l' arnese di lavoro
A quel bieco personaggio togliendogli il decoro?
Si volta verso il tizio che intanto ha posteggiato:
ci siamo forse visti prima? -chiede con simpatia-
Una di queste sere? O cominceremo adesso
A gustare insieme amore?
Il tizio non si gira. Tiene nascosto il volto
Dentro un grande cappello calato fino al collo
E risponde gentile alla matura pulla
No, non ci siamo mai visti in precedenza
Perché a chi incontra me tempo più non avanza
Stasera però voglio fare un' eccezione
Voglio provare amore come tutti i mortali
Perché sono io che determino il loro essere tali
La tua prestazione quindi sarà da me apprezzata
Tranquilla: quella falce non sarà proprio usata
Voce dall' oltretomba esce da quella bocca
La pulla trema tutta dal terrore assalita
Finalmente ha capito chi se l'è caricata
Ma intrepida riprende anche se ė atterrita
Come potrai toccare la pelle mia dato
Che chi ti incontra ci rimette la sua?
L'eccezione mia cara consiste proprio in questo
Che io ti sfiori e ti ami senza esserti molesto
Del resto tu capisci se depongo la falce
E vengo a te dappresso
è perché voglio toccarti tutta ma...
non voglio il tuo decesso.
"Questo mi rasserena. Ma com'è che hai il denaro?"
Aggiunge lei sfrontata, ormai rassicurata.
"L'ho preso al tuo magnaccia, un tipo che ho incontrato
Passava su una strada e cosi l' ho investito
Sarai pagata bene: era carico d'oro"
La morte che va a puttana è proprio cosa strana
Pensa la pulla attonita mentre si alza la sottana
La morte cerca amore anche se prezzolato
L' amore non vuol morte nemmeno se è acquistato
Di lui io sono più forte adesso lo capisco
Stretta tra le sue braccia quasi mi intenerisco
Avverto che ha bisogno di un poco di calore
Perché anche dove è morte deve esserci amore!
Aspettava il cliente per fare la serata
Era buio, era freddo. Era tutta ghiacciata
Tanti erano passati. Nessuno l' aveva fermata
Non era più giovane, era anche stanca
Ma in quell' angolo non c'era alcuna panca
Sperava in una macchina per potersi scaldare
Dopo la sosta inutile di tutte quelle ore
Ecco d' improvviso qualcuno le si accosta
Le fa cenno col dito, le apre la portiera
Lei subito entra veloce e leggera
Si sente svolazzante come una capinera
La macchina prosegue, affonda nella notte
Si lascia alle spalle la brutta strada
con le corsie interrotte.
Imbocca una traversa, va verso il cimitero
Non ci sono lampioni. Intorno è tutto nero
Lei guarda di sfuggita il guidatore
Non che le importi molto: chiunque le va bene
qualunque sia il sembiante, purché, com'è ovvio,
sia fornito di ... contante
Lui non le dice niente e lei niente risponde
L'occhio però si poggia adesso sul volante
Sobbalza impietrita: le mani che lo stringono
Sono di una magrezza scheletrica
Davvero impressionante!
Si gira assai stranita e dietro sul sedile vede poggiata
La falce che di solito con morte è raffigurata
Un dubbio allora l'assale: ha pronta una risata
Chi sarà mai costui che ha rubato l' arnese di lavoro
A quel bieco personaggio togliendogli il decoro?
Si volta verso il tizio che intanto ha posteggiato:
ci siamo forse visti prima? -chiede con simpatia-
Una di queste sere? O cominceremo adesso
A gustare insieme amore?
Il tizio non si gira. Tiene nascosto il volto
Dentro un grande cappello calato fino al collo
E risponde gentile alla matura pulla
No, non ci siamo mai visti in precedenza
Perché a chi incontra me tempo più non avanza
Stasera però voglio fare un' eccezione
Voglio provare amore come tutti i mortali
Perché sono io che determino il loro essere tali
La tua prestazione quindi sarà da me apprezzata
Tranquilla: quella falce non sarà proprio usata
Voce dall' oltretomba esce da quella bocca
La pulla trema tutta dal terrore assalita
Finalmente ha capito chi se l'è caricata
Ma intrepida riprende anche se ė atterrita
Come potrai toccare la pelle mia dato
Che chi ti incontra ci rimette la sua?
L'eccezione mia cara consiste proprio in questo
Che io ti sfiori e ti ami senza esserti molesto
Del resto tu capisci se depongo la falce
E vengo a te dappresso
è perché voglio toccarti tutta ma...
non voglio il tuo decesso.
"Questo mi rasserena. Ma com'è che hai il denaro?"
Aggiunge lei sfrontata, ormai rassicurata.
"L'ho preso al tuo magnaccia, un tipo che ho incontrato
Passava su una strada e cosi l' ho investito
Sarai pagata bene: era carico d'oro"
La morte che va a puttana è proprio cosa strana
Pensa la pulla attonita mentre si alza la sottana
La morte cerca amore anche se prezzolato
L' amore non vuol morte nemmeno se è acquistato
Di lui io sono più forte adesso lo capisco
Stretta tra le sue braccia quasi mi intenerisco
Avverto che ha bisogno di un poco di calore
Perché anche dove è morte deve esserci amore!
lunedì 16 novembre 2015
Ti lascio andare
Tu sei lontano.
Dal mio giorno fuggi come un ladro notturno
Tu sei vicino,
forse, perché presente in me è il tuo fuggire
Ti lascio andare.
Tu sei il passato. Inutile trattenerti
anche se non t'ho scordato
Le mie labbra brucianti
vorrebbero fermarti
L'anima mia impazzita
ricorda quei momenti
Ti lascio andare.
Non c'è più posto in me
per la memoria.
Per la memoria che ho di te.
Lontano da te,
disegnerò un sembiante
che ti somigli un po',
che ti ricordi amante
Ti lascio andare.
Nella nebbia della mia memoria
confusamente, forse, riapparirai ancora
Pallida ombra ormai
che un tempo amai
sulle onde del vento
della mia passione.
Ti lascio andare.
Senza più nulla aggiungere,
lascerò che amore scivoli via
senza far rumore
Dal mio giorno fuggi come un ladro notturno
Tu sei vicino,
forse, perché presente in me è il tuo fuggire
Ti lascio andare.
Tu sei il passato. Inutile trattenerti
anche se non t'ho scordato
Le mie labbra brucianti
vorrebbero fermarti
L'anima mia impazzita
ricorda quei momenti
Ti lascio andare.
Non c'è più posto in me
per la memoria.
Per la memoria che ho di te.
Lontano da te,
disegnerò un sembiante
che ti somigli un po',
che ti ricordi amante
Ti lascio andare.
Nella nebbia della mia memoria
confusamente, forse, riapparirai ancora
Pallida ombra ormai
che un tempo amai
sulle onde del vento
della mia passione.
Ti lascio andare.
Senza più nulla aggiungere,
lascerò che amore scivoli via
senza far rumore
domenica 15 novembre 2015
UNA COPPIA
Non c' é mai stato un momento
in cui tu non ci fossi
anche se talvolta i miei percorsi
assai volentieri li avresti rimossi
Eri la premessa da cui iniziare
oppure la conclusione cui arrivare
Spesso eri il mezzo di cui mi servivo
perché il mio spirito si sentisse vivo
quando ero inquieta mi rasserenavi
quando ero incerta mi rassicuravi
quando ero felice ne eri tu il motivo
quando ero affranta era in te che confidavo
Forse per questo non ho mai accettato
di lasciarmi a un certo punto relegare
in un piccolo angolo del tuo cuore
quello dove si mettono le mille cose da sbrigare
cui si tiene, sì certo, ma che possono...aspettare
Non l'ho mai accettato e la ragione è chiara
da lì potevo soltanto sbirciare di soppiatto
quel che a tuo avviso andava o meno fatto
Senza parlare, senza dialogare,
senza che ci fosse mai nulla da obiettare
Quasi che in una polverosa cella della tua presenza
mi avessi segregato prigioniera
chiudendone la grata col lucchetto
e poi avessi buttato quella chiave
nel grande mare delle cose tue da fare.
No! per te avrei voluto essere speciale
L'unica che avresti potuto amare.
La donna "ideale" se tu vuoi, anche se l'"ideale",
lo sapevamo entrambi, avrebbe dovuto poi
sprofondare gioiosamente nel "normale".
E invece sono rimasta sola a contemplare
te che sprofondavi, si, ma sempre più in te stesso
lasciandomi senza il mio compagno
cui sempre avrei voluto stare appresso.
Così mi é toccato masticare una quotidianità
non certo da...esportare.
Quella di chi si sente dire: basta!
E' tempo adesso che tu vada...a calare la pasta!
Ora ti avverto assai invecchiato.
Il tuo giudizio non é più quello di un tempo
svelto, deciso, da tanti condiviso.
La prestazione non è più quella di prima
e fa un po' fatica a ritrovare la rima
La nostra storia insomma è stata questa.
Come tutti, avremmo voluto che fosse eccezionale.
Alla fine, tra una tempesta nel bicchiere e un'altra,
é risultata tragicomica e a tratti anche banale.
Se potessi, certo, la riscriverei
tanti sono stati i nostri fiaschi.
Ma, é chiaro, non si può!
E allora auguri a tutti e...figli maschi!
PS
Ma perché poi "figli maschi"?
Noi donne, è risaputo, siamo molto meglio...
in cui tu non ci fossi
anche se talvolta i miei percorsi
assai volentieri li avresti rimossi
Eri la premessa da cui iniziare
oppure la conclusione cui arrivare
Spesso eri il mezzo di cui mi servivo
perché il mio spirito si sentisse vivo
quando ero inquieta mi rasserenavi
quando ero incerta mi rassicuravi
quando ero felice ne eri tu il motivo
quando ero affranta era in te che confidavo
Forse per questo non ho mai accettato
di lasciarmi a un certo punto relegare
in un piccolo angolo del tuo cuore
quello dove si mettono le mille cose da sbrigare
cui si tiene, sì certo, ma che possono...aspettare
Non l'ho mai accettato e la ragione è chiara
da lì potevo soltanto sbirciare di soppiatto
quel che a tuo avviso andava o meno fatto
Senza parlare, senza dialogare,
senza che ci fosse mai nulla da obiettare
Quasi che in una polverosa cella della tua presenza
mi avessi segregato prigioniera
chiudendone la grata col lucchetto
e poi avessi buttato quella chiave
nel grande mare delle cose tue da fare.
No! per te avrei voluto essere speciale
L'unica che avresti potuto amare.
La donna "ideale" se tu vuoi, anche se l'"ideale",
lo sapevamo entrambi, avrebbe dovuto poi
sprofondare gioiosamente nel "normale".
E invece sono rimasta sola a contemplare
te che sprofondavi, si, ma sempre più in te stesso
lasciandomi senza il mio compagno
cui sempre avrei voluto stare appresso.
Così mi é toccato masticare una quotidianità
non certo da...esportare.
Quella di chi si sente dire: basta!
E' tempo adesso che tu vada...a calare la pasta!
Ora ti avverto assai invecchiato.
Il tuo giudizio non é più quello di un tempo
svelto, deciso, da tanti condiviso.
La prestazione non è più quella di prima
e fa un po' fatica a ritrovare la rima
La nostra storia insomma è stata questa.
Come tutti, avremmo voluto che fosse eccezionale.
Alla fine, tra una tempesta nel bicchiere e un'altra,
é risultata tragicomica e a tratti anche banale.
Se potessi, certo, la riscriverei
tanti sono stati i nostri fiaschi.
Ma, é chiaro, non si può!
E allora auguri a tutti e...figli maschi!
PS
Ma perché poi "figli maschi"?
Noi donne, è risaputo, siamo molto meglio...
venerdì 13 novembre 2015
L'anima sulla pelle
ANIMA
E' tanto che ti aspetto, vieni a prendermi
Sono nascosta ma non sono lontana
Sono io, la tua anima. E sono un' anima umana.
Con me hai giocato a nascondino
Sono nascosta ma non sono lontana
Sono io, la tua anima. E sono un' anima umana.
Con me hai giocato a nascondino
come se non volessi che io fossi il tuo destino
Ora però voglio riportarti a me: dammi le tue mani
voglio che tu mi accolga, voglio essere il tuo domani
All' appuntamento con me
Non puoi più sottratti. Basta tergiversare
Ciò che ti sta accadendo a me ti fa tornare.
IO
Già, è vero, ti avevo abbandonata
Da tanto tempo dimenticata
La tua presenza in me è come svanita
Non ti ho più cercata.
in mezzo a tutte le mie cose
Ti ho lasciata relegata
Tra memorie polverose
Nel tran tran quotidiano
Il mio tempo è passato
E quasi sempre è passato invano
Affetti, figli, Impegni di lavoro,
amici con cui passare la serata,
tutto ho vissuto, senza più pensare.
E alla fine quasi fosse una burla
ho scoperto di aver vissuto solo ... il nulla
ANIMA
Non ricordi?
Da ragazza era un dialogo continuo
ti raccoglievi in me, volevi che mi spiegassi a te
Parlare con la tua anima non ti sembrava strano
senza di me non andavi mai molto lontano
"Anima guarda -mi dicevi spesso-
con te voglio attraversare il tempo mio
perché esso divenga anche il tempo tuo
insieme comporremo un bel duetto
perché la nostra vita sia puro diletto"
Gli amici ti guardavano perplessi
davanti a quei tuoi occhi in me smarriti.
Non capivano a chi ti rivolgessi
quando la meraviglia ti assaliva
e trepidando ti sentivi tutta viva
IO
Guardare la propria anima non a tutti è dato
Fa paura approfondire il proprio io
Però senza te adesso non posso più continuare
Qualcosa mi è accaduto che mi fa tremare
L’ho incontrato. Tutto improvvisamente si è fermato
Come se avesse colto un mio segreto
mi ha rapita a me, mi ha dissolta in sè
Te subito ha cercato,
appena la mia pelle ha accarezzato
Insondabili profondità ha penetrato l’ amore
quando la sua carezza ti ha ridato calore
“Hai l’anima sulla pelle -mi ha detto innamorato-
Fresca, odorosa, profumata. Lieve come un sospiro
E’ in te ciò cui sopra ogni cosa aspiro
Pericolosa è la tua nudità: è la nudità della tua anima
mi attraversa il pensiero, mi seduce,
senza tregua mi incalza e a te mi riconduce”
ANIMA
Desideralo e mi troverai
Hai l' anima sulla pelle
La tua anima sulla tua pelle
Sono io il tuo segreto!
Al contatto con me il suo amore è esploso
Al contatto con me il suo amore è esploso
Avevi dimenticato che il tuo segreto fossi io?
Che il tuo segreto fosse avere un' anima?
Che il tuo segreto fosse avere un' anima?
sabato 7 novembre 2015
La scrivania della mente
Ho un tavolo nella mia mente
Dove ordino le cose del passato
Ma anche quelle del presente
Ogni giorno li mi siedo a lavorare
Su me stessa: per potermi poi affrontare
Mi piace stare così a pensare a me
Tranquilla riposata senza fretta
A far bilanci oppure a progettare
Quel che dovrò fare e anche
Quel che sarebbe meglio evitare
Ieri ho riordinato tante cose.
Erano proprio tante e non tutte erano rosee
A destra ho messo tutte quelle belle,
Quelle che non danno un brivido sulla pelle
Ma ti fan sorgere sulle labbra un sorriso
e non increspano le rughe sul tuo viso
Guardavo forse con un pizzico di rimpianto
Scorrermi davanti la parte bella
Del film della mia vita e pensavo soltanto
Che in fretta era fuggita
A sinistra ho messo quelle brutte
Che hanno ferito il cuore, e abbassato
Il quoziente della felicità che mi è stata riservata
E che, completa, a nessuno mai viene data
Mi venivano incontro lentamente
Come volessero ancora infiltrarsi nel presente
Erano ormai ombre vaghe. Ricordi stanchi
Ma talvolta più che mai struggenti
Si affacciavano sempre lancinanti
Risalivano su su dal cuore in gola
Lacrime rampicanti e quei singhiozzi
Ancor' oggi nessuno li consola
Carte della memoria che non puoi stracciare
E con i quali i conti non finisci mai di fare.
Sono loro che di me hanno fatto una ribelle
E increspato di rughe tutta la mia pelle
Ma una cosa speciale al centro s' è piazzata
Direi da sola. Non sono io che ce l' ho posizionata.
Non c'è polvere sopra. È roba fresca
Ed ha uno strano odore accattivante
Che posso dire: come di buon pane fragrante!
Ho provato a spostarla, a metterla da parte
Ma a nulla è valso. E' sempre tra le carte
La trovo al centro della scrivania
Decisa a non farsi buttar via. Anzi:
Mi viene di continuo sotto gli occhi
Come campana di cui sento i rintocchi
Vi ho guardato dentro, allora, con circospezione :
Non volevo che fosse la sua presenza a farla da padrone
Tra quei miei ricordi pieni di passione
E lì con sorpresa sapete che ho trovato?
Ho trovato qualcosa che nessuno mi aveva
Mai insegnato: una preghiera
sempre nuova e antica, la cui presenza
Avevo come in me smarrita:
'Io non so chi Tu sei né se ci sei
So però che se non ci fossi inventare ti dovrei.
A Te sempre si volge il mio pensiero
Quando distratto insegue il desiderio
Se al tavolo della mente misuro la mia vita
Cercando di capire poi come è finita
Ti trovo sempre pronto a raccattare
Ciò che per conto mio preferirei scartare
Tu mi stai dietro, di me non butti nulla
Quasi fossi ancora dentro la mia culla
Errori e azioni belle, tutto prendi
Come mia carne viva li comprendi
Ciò che io condanno, il tuo sorriso assolve
E verso un radioso orizzonte lo devolve
Accogli a braccia aperte ogni dolore
Perché, se tu ci sei, non puoi che essere Amore"
venerdì 6 novembre 2015
dialogo con la morte
"La morte non è nel non poter comunicare
Ma nel non poter più essere compresi"
(Pasolini, Una disperata vitalità)
DIALOGO CON LA MORTE
MORTE
Ti guardo mentre stai là dietro la porta
e non sai che sono qui
e non sai che sono qui
Ti guardo assurdamente, cattivamente
come ogni volta.
come ogni volta.
Ma non ti guardo mai negli occhi!
Ti rasento molto più di quanto tu creda.
Vigilo, fremo,
mi attrezzo a stroncarti nell’attesa
mi attrezzo a stroncarti nell’attesa
Non mi importa chi sei.
Non mi importa nemmeno
quali siano i tuoi sogni,
quali siano i tuoi dei.
quali siano i tuoi sogni,
quali siano i tuoi dei.
Ti agguanterò senza pensarci,
senza ragionarci sopra, senza parlarti.
Sono io la Non-Amante
IO
Con te ingaggio una battaglia
di violenza estrema.
di violenza estrema.
La sola capace
di rendermi una iena.
di rendermi una iena.
Che vuoi da me? Un’ombra sei:
barbara, cieca, ottusa.
barbara, cieca, ottusa.
Come un diavolo, vai in giro
cercando chi divorare
sicura che qualcuno
finirai col trovare!
cercando chi divorare
sicura che qualcuno
finirai col trovare!
Tu non comprendi mai.
Tu sempre prendi.
Tu sempre prendi.
Tu sei il Nemico da affrontare,
la Non-Amante con cui è impossibile comunicare.
Sei il Non-Essere e io sono qualcosa.
Forse soltanto una presenza,
ma viva, fremente è la mia essenza.
Le tue subdole tracce avverto
Forse soltanto una presenza,
ma viva, fremente è la mia essenza.
Le tue subdole tracce avverto
quando mi accade di apparire
senza riuscire però a farmi capire.
Ma non è a te che io debbo pensare
perché nulla di te mi deve riguardare
Non sei e non sei mai stata il mio destino,
anche se sempre sei sul mio cammino
MORTE
Di ciò che dici non comprendo nulla.
Poliedrica io sono. Ho tante facce!
Tante, per quante volte ti si può morti-ficare,
o, se preferisci, ti si può annientare
All’idea che io sia qui non riesci ad assuefarti
perché io sono Assenza e tu, si, tu sei Presenza!
Di te mi impossesso quando, sconsolata,
da chi ami ti senti Non-Amata
Ti avvolgo nel mio manto raggelantemente
quando la mia ombra appare al tuo orizzonte
E rido, rido, rido, perché tu mi avverti
ma per evitarmi... non puoi fare niente!
ma per evitarmi... non puoi fare niente!
IO
Tu mai negli occhi mi guardi,
di chi io sia non ti curi
di chi io sia non ti curi
Tu mi prendi e non mi comprendi,
ai miei Dei non fai caso
Credi anzi di poterli prendere per il naso.
Ma guardandomi negli occhi sofferente,
un Amante ha gettato un anatema sulla tua sorte.
Con voce forte, vibrante di passione, ha detto:
un Amante ha gettato un anatema sulla tua sorte.
Con voce forte, vibrante di passione, ha detto:
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